lunedì 15 aprile 2024

Fioriture in riva al mare

   A cominciare dalla primavera, prima dei caldi estivi spesso caratterizzati dai venti di scirocco, la costa rocciosa che va dall’ex tonnara, ormai diruta, di San Giuliano fin oltre Bonagia a raggiungere il lungomare sotto Cofano, si riempie di piccole piante molto interessanti per i loro abbondanti fiori. Alcune di queste fioriture si mantengono anche nelle stagioni successive e sono molto resistenti alla siccità. Le estati mediterranee calde e secche hanno poca influenza sulla loro sopravvivenza, ad esempio le alofile, piante tipicamente marine, si adattano a sopravvivere in condizioni di scarsità d’acqua.

pallenis marithima

Lungo il litorale di Bonagia a toccare quasi il mare, proprio dietro la Tonnara, ne ho fotografate alcune: la  pallenis marithima che sappiamo crescere in pieno sole sulle rupi costiere.
carpobrotus

Tra le succulente ho notato il carpobrotus, (conosciuto anche come unghia di strega) dal portamento cascante e pronto a sbocciare, e l’aloe arborescens quasi nascosta dalle agavi.
aloe arborescens e agavi

A Cornino lungo il litorale pietroso le fioriture di piante sono molto estese dando vita a macchie di fiori dai colori variopinti. Difficile distinguerne le varietà e riconoscerne i nomi.
particolare 

Cornino

Il crithmum maritimum o finocchietto marino cresce molto abbondante in riva al mare e se ne può scorgere anche a distesa.
critthmum maritimum
Esistono naturalmente altri tipi di alofite che per il momento non ho scoperto durante le mie escursioni su questi litorali.

mercoledì 4 ottobre 2023

La Baia di Cornino


Cornino è la frazione balneare del Comune di Custonaci ed una delle mete turistiche più belle ed interessanti della Sicilia occidentale. Il contesto naturale in cui si colloca è quello di Cala Bukuto unito alla scenografica presenza di monte Cofano, infatti Cornino e la sua baia sono parte integrante del territorio compreso nella Riserva naturale del Monte Cofano.


Molto frequentata d’estate per il suo mare dalle acque limpide e cristalline, la baia attira molte famiglie che amano trascorrere le giornate estive, soprattutto le domeniche, lontano dal fragore di San Vito Lo Capo. Il tratto di costa della baia comprende calette sabbiose con spiaggia libera ben attrezzata e parti di scogliera dove ogni anno viene montata una passerella galleggiante per facilitare l’accesso al mare a causa delle rocce molto scivolose che non permetterebbero un’entrata sicura in acqua. Una novità nata da qualche anno è la Tarzan Boat, una specie di parco acquatico itinerante che funziona come una imbarcazione e che costituisce un'eccezionale attrattiva. Le recenti iniziative infatti contribuiscono a far affluire sempre più bagnanti soprattutto giornalieri perché mancano in zona vere e proprie strutture alberghiere per potersi soffermare stabilmente. La piccola spiaggia di sabbia, in parte riportata, è il punto focale della baia e diventa affollatissima tutte le domeniche. A Cornino, fino a tre quattro decenni fa piccolo borgo di pescatori con le case sul mare, le villette dei villeggianti estivi si spingono fin sotto l’ingresso alla riserva di monte Cofano.                   

Molto ha contribuito allo sviluppo del porticciolo l’istituzione di questa riserva che ha uno dei suoi due ingressi, il principale, a Cala Bukuto.

giovedì 23 giugno 2022

La montagna di Erice

   La montagna sulla cui vetta sorge la cittadina medievale di Erice è di grande interesse naturalistico: la sua copertura vegetale varia dalla macchia mediterranea ai boschi e alle pinete fino al giardino del Balio (da pochi anni risistemato).

   Percorrendo in auto i tornanti di Erice, oltre la strada asfaltata si possono incontrare diversi sentieri percorribili a piedi ma anche stradine sterrate praticabili in moto e in mountain bike (si vedono anche dall’ovovia), la montagna, infatti, è meta di escursioni che la rendono fruibile anche dal punto di vista sportivo oltre che naturalistico. I sentieri più noti sono quelli di Sant’Anna che sale lungo il versante occidentale e che raggiunge Erice Vetta e il sentiero di San Matteo, sul versante nord, che raggiunge il Museo agroforestale.
La protezione della montagna è affidata all’Azienda Forestale che è l’Ente che si interessa di ripulire i sentieri esistenti o di creare nuovi percorsi frequentabili e anche di togliere sterpaglie e di sistemare i parafuoco. Purtroppo frequenti incendi, spesso causati dal forte Scirocco, sempre estivi e ormai annuali, hanno distrutto ettari di macchia mediterranea fino a lambire i boschi e le pinete di cui Erice va famosa. Gli incendi sembra vengano causati dalla mano dei piromani che restringono sempre più la sua vegetazione, per non parlare dei disagi causati dalle fiamme ai numerosi villini sorti sui fianchi del monte.

lunedì 6 giugno 2022

Lo Zingaro, riserva naturale orientata

 

  È stata la prima riserva ad essere istituita in Sicilia nel lontano 1981 ed è rimasta sicuramente la riserva più conosciuta e visitata nonostante le prime vicissitudini e gli incendi subiti nell’arco di questi ultimi anni. La riserva è un esempio di conservazione del territorio e della sua biodiversità. Ha diverse analogie floristiche e faunistiche con la Riserva di Monte Cofano con la quale ha continuità territoriale con affinità morfologiche e ambientali, per questo motivo non si può fare a meno di scriverne alcune caratteristiche essenziali. La riserva si estende tra Castellammare del Golfo e Capo San Vito nei quali comuni ricade. Due sono gli ingressi consentiti: uno ad un km circa dal borgo di Scopello e l’altro a circa 12 km dal paese di San Vito Lo Capo. Ogni anno attira più di 300.000 visitatori che si inoltrano attraverso sentieri segnati: il sentiero costiero, il sentiero di mezza costa e il sentiero alto ai quali si aggiungono il sentiero Passo del Lupo e il sentiero Bosco Scardina. 
   Il sentiero più suggestivo è certamente quello costiero da cui si può godere una bellissima vista sulle calette e le spiagge lungo la linea della costa. Al di là di tutte le attività e i vari laboratori che vengono programmati si può visitare la riserva solamente per trascorrere una giornata al contatto con la natura, ma è bene informarsi sul regolamento e su l’equipaggiamento adeguato da indossare.
 La riserva rappresenta un angolo di paradiso ancora incontaminato coperto da una vegetazione di tipo mediterraneo e, oltre alla macchia si trova anche la gariga a palma nana che è il simbolo della riserva dello Zingaro, l’unica palma nana che nasce spontaneamente in Sicilia, ma si contano anche specie endemiche rare come il limonio di Todaro, gli alberi da sughero, il perpetuino, il fiordaliso della Sicilia, il cavolo selvaggio, solo per citarne alcune. Inoltre 25 specie differenti di Orchidee spontanee in primavera possono essere ammirate attraverso tour organizzati.

lunedì 9 settembre 2019

La depressione del mistero

foto scattata dalla strada 'Asse dei Marmi'
   La depressione naturale in località Bufara, a Custonaci, è dovuta a un fenomeno carsico, alla caduta di un meteorite o è legata ad una fantasiosa leggenda della quale abbiamo già spiegato l'origine in una pagina  di questo blog?
 Secondo gli scienziati è dovuta semplicemente ad un normale processo di erosione, sarebbe quindi una formazione geologica carsica (del resto tutto il territorio di Custonaci è interessato dal carsismo) detta dolina che si è creata durante i millenni attraverso l'erosione causata dall'acqua dei ruscelli della zona e che converge a spirale in un punto centrale della fossa detto inghiottitoio.
   La dolina di Bufara è ubicata a sud est della contrada Sperone-Assieni, ha una forma sub-ellittica ampia circa 200 per 300 m ed è profonda circa 40 m. Col tempo l'erosione ha allargato la conca e le pareti sono crollate riempiendola un poco alla volta. Il suo accesso è difficile perché ha pareti a strapiombo, filo spinato all'intorno e sterpaglie ovunque.    
   All'interno ospita una vegetazione di tipo mediterraneo dove un inspiegabile microclima fresco ha favorito lo sviluppo di una flora non riscontrabile all'esterno creando una specie di tappeto verde, innaturale per un territorio arido in cui prevale un clima asciutto quasi tutto l'anno.

domenica 28 ottobre 2018

L'aquila da proteggere

aquila di Bonelli,
disegno di V. Peralta
   Una buona notizia per l'avifauna siciliana! Nella cronaca di Trapani sul giornale di Sicilia, giorni fa ho letto un articolo riguardo un rapace la cui presenza in Italia è limitata ad un areale molto ristretto.
   L'aquila del Bonelli (o aquila fasciata) è una specie rara e protetta che nidifica in Sicilia: nel trapanese in particolare dentro le riserve dello Zingaro e di Monte Cofano. Secondo quanto è stato monitorato via satellite dal Life ConRaSi (conservazione rapaci Sicilia) un giovane esemplare, femmina, nato nella primavera di quest'anno, si è spinto fino alle Egadi per ritornare, dopo qualche giorno sulla terraferma. Ne ha dato notizia il Wwf che ha considerato la perlustrazione delle isole fatta dall'aquila di buon auspicio, visto che poco tempo prima un altro rapace era stato ucciso sempre nel trapanese. Lo sconfinamento del rapace, sempre secondo il Wwf, costituisce un fatto nuovo perché le isole Egadi, in futuro, potrebbero diventare un luogo di nidificazione stabile per qualche coppia di rapace.
   L'aquila del Bonelli è un uccello rapace della famiglia degli Accipitridae, il suo nome deriva dall'ornitologo Franco Andrea Bonelli. Preferisce ambienti rocciosi e montuosi, dal mare fino ai 1.500 m in areali a vegetazione arbustiva mediterranea. La sua sopravvivenza è a rischio a causa della sempre maggiore presenza antropica nelle aree di nidificazione, per i frequenti incendi, per il bracconaggio e per l'uso dei pesticidi nelle zone coltivate. Per questo è stata inserita nella Lista Rossa delle specie ritenute in pericolo.

martedì 29 agosto 2017

Lo sbarco a Cala Buguto

  Ieri sera sul litorale di Cornino in un magnifico paesaggio dominato dalla mole di Monte Cofano, tra palme nane e villette, a due passi dall'ingresso della riserva, si è svolto il consueto sbarco di Maria Santissima di Custonaci. 


sullo sfondo monte Cofano 
attesa a cala Buguto   
Lo sbarco è avvenuto al tramonto presso Cala Buguto in prossimità del lido 'Acquarius'. In questa cala si narra che approdasse l'immagine della Madonna dopo il naufragio e il suo salvataggio, assieme ai marinai, usciti anche loro incolumi dalla tempesta.
l'arrivo del veliero con la Sacra Immagine