Il Presepe Vivente


  In una cornice di grande impatto paesaggistico, a Natale, monte Cofano diventa protagonista di un evento particolare: l’allestimento del Presepe Vivente dentro la grotta preistorica di Scurati, nel custonacese.
 L’evento è divenuto uno degli appuntamenti religiosi più importanti del territorio ericino. Scurati è un piccolo borgo vicino Custonaci ed è collocato in un contesto di grotte naturali che si aprono su alte pareti rocciose. Ho visitato il Presepe nei primi anni della sua realizzazione e penso che si possa sicuramente considerare uno dei più originali presepi siciliani. Ricordo che mio figlio, da piccolo spettatore, guardandolo disse: 'non credevo che Betlemme fosse così vicino a Trapani'.  
   La grotta del Presepe prende il nome di grotta Mangiapane, dal nome di una delle famiglie che vi hanno abitato fino alla fine dell’ultima guerra mondiale. Per il suo valore è stata definita “gli Uffizi della Preistoria”.
   Si tratta di un antro molto spazioso e profondo, dotato di un’apertura molto alta al cui interno, nel corso degli anni, sono state costruite diverse piccole case che si affacciano su una stradina centrale di basolato di pietra, e dove, all’esterno, accanto al nucleo abitativo, sono sorte altre costruzioni di tipo rurale.
   L’esperienza di allestire il presepe nella grande grotta Mangiapane ha avuto inizio nel 1983 e si è ripetuta puntualmente ogni anno con successo divenendo motivo di orgoglio per la comunità locale. Gli ingredienti principali che hanno contribuito al buon esito delle varie manifestazioni sono stati l’impegno e il contributo dell’intero paese di Custonaci che ha fondato l’Associazione Culturale “Presepe Vivente” per curarne l’organizzazione.
   Il Presepe nasce non solo per soddisfare lo spirito religioso popolare, che a Custonaci è legato al culto della Madonna, ma anche per documentare l’identità culturale del suo territorio e la vita lavorativa dei suoi abitanti. 
   La nascita del Presepe Vivente ha valorizzato il patrimonio culturale, ambientale ed etnologico di tutta la comunità custonacese che, per il sacro evento, in costumi d’epoca, fa rivivere la propria realtà rurale ed artigianale  rappresentandola con le caratteristiche di ciascun mestiere del passato. 
   Il lungo percorso di visita all’interno della grotta lascia osservare scene di vita quotidiana che si svolgono dentro le case e dentro le botteghe. I quadri che rievocano il passato sono legati oltre che alla quotidianità domestica e agli antichi mestieri (molti dei quali sono scomparsi e per questo sconosciuti alle nuove generazioni), anche al duro lavoro dei campi, alla pastorizia, insomma, a tutto il mondo produttivo di questo territorio. E le scene  vengono rappresentate sia dentro che davanti la grotta, lungo sentieri tracciati. 
   La “messa in scena” risulta così realistica da apparire vera e presente nella contemporaneità dei tempi. 
   Gli abiti, le suppellettili casalinghe, gli strumenti di lavoro, utilizzati nelle varie scene, reperiti dentro le antiche case della gente di Custonaci e raccolti con una minuziosa ricerca, vengono custoditi gelosamente al di fuori di quest’evento.
   Raggiungere la grotta è facile: si arriva nella località balneare di Cornino in auto e da lì un servizio gratuito di bus-navetta collega il lungomare con il piazzale antistante la grotta, a ridosso del costone roccioso. Da qui ha inizio il percorso a piedi che porta, attraverso le piccole case rurali, fino in fondo alla grotta. Per due volte ho percorso questo tragitto per giungere al punto focale della grotta, sostare ed emozionarmi davanti al sacro evento.   




Nessun commento:

Posta un commento