Itinerario del golfo di Cofano

  
San Vito Lo Capo, spiaggia famosa in Sicilia
   Prefissata come meta San Vito Lo Capo, ha inizio a questo punto l’itinerario del golfo propriamente detto di Cofano. Lasciata alle spalle Custonaci, la prima località che si attraversa è Purgatorio.
Attraversato dalla strada provinciale l’abitato segue in maniera lineare il tracciato stradale.
   Purgatorio è frazione del Comune di Custonaci dalla quale dista 4 km. ed è situato in una piana alta 265 m s.l. m. tra le pendici di Monte Sparagio e Monte Palatimone. Pur trovandosi in una zona agricola ha sviluppato l’industria per la lavorazione dei marmi della vicinissima Custonaci. Il nome della frazione deriva dagli antichi proprietari di questa tenuta: “La Congregazione delle Anime Sante del Purgatorio”che l’avevano data a censo ai contadini.
   Seguendo, sempre, la strada provinciale che conduce a San Vito Lo Capo, la seconda località che si attraversa è Castelluzzo, frazione del Comune di San Vito Lo Capo da cui dista 8 km. L’abitato è situato in mezzo ad una pianura che si apre verso il golfo di Cofano, a ridosso di Monte Speziale da un lato e da Monte Palatimone dall’altro ed ha anch’esso uno sviluppo lineare lungo la strada.
Si tratta di un piccolo centro agricolo circondato di numerosi uliveti e vigneti che, con il turismo a livello familiare, sostengono l’economia locale. Pare che il nome della frazione derivi dalla esistenza in loco di un piccolo castello di proprietà di un signorotto saraceno che vi risiedeva. Fu nel 1789, in occasione della concessione, da parte dei Borboni, di piccoli lotti di terreno ai contadini per la costruzione delle loro abitazioni, che il nucleo principale si sviluppò come centro abitato.
   Prima di concludere l’itinerario l’ultima località da visitare è Macari, frazione anch’essa del Comune di San Vito Lo Capo da cui dista 4 km. Raggiungibile dalla strada provinciale Macari si trova adagiata su una scarpata a 70 mt. s. l. m. sul versante Ovest di Monte Sauci, di fronte la piccola insenatura, detta di Macari. In passato la località era famosa per le sorgenti d’acqua dolce, ancora oggi esistenti e rinomate, che venivano utilizzate per irrigare le coltivazioni.
Il luogo, di per sé isolato e solitario, faceva parte del feudo di Castelluzzo dal 1241 ed era sede di un antico eremitaggio. Come centro abitato si è sviluppato, come gli altri centri vicini, in seguito alla concessione da parte di Ferdinando di Borbone, nel 1789, di piccoli lotti di terreno ai contadini del posto. Oggi il luogo è diventato località turistica per la posizione privilegiata dirimpetto la costa, per lo splendido paesaggio del golfo di Cofano, e per l’influenza del vicinissimo centro balneare di San Vito Lo Capo.
San Vito, spiaggia
  San Vito Lo Capo è raggiungibile dalla strada provinciale ed è una località che merita lo stesso di essere visitata nonostante si trovi fuori dal golfo di Cofano, oltre il percorso prima stabilito.
Il paese ha poco più di 4000 abitanti che si moltiplicano nel mese di agosto per la presenza di villeggianti, non solo locali. Situato in una splendida baia ai piedi del monte Monaco, in passato San Vito è stato centro agricolo e marinaro, oggi è diventato una rinomata località balneare ricca di strutture ricettive ed ha un richiamo internazionale. Il paese, infatti, per il suo sviluppo, ha puntato essenzialmente sul turismo senza trascurare, però, l’attività estrattiva e la pesca, attività un tempo primarie.
Il luogo era molto frequentato in passato per la presenza di un santuario dedicato a San Vito, innalzato nel secolo XIII su una precedente cappella e fortificato nel 1549 con una torre guardia. Alla fine dello stesso secolo l’edificio religioso genero’ il primo nucleo abitato che da allora è andato sempre più allargandosi. Sul luogo, fuori paese, c’era la sede di una tonnara, detta tonnara del Secco, che non è più attiva da diversi secoli (in più occasioni è stata scelta come location in alcune fiction televisive, la più nota delle quali la serie del commissario Montalbano). San Vito è rimasto sotto il comune di Erice fino al 1952 anno in cui diventò comune autonomo.

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