paesaggio vicino le stalle |
Monte Palatimone, che è segnato nei percorsi di trekking, si eleva a 595 m. La sua ascensione può avvenire attraverso due itinerari.
Nel versante nord, che è il più difficile e scosceso, la natura è aspra e consente di arrivare fino in cresta con estrema difficoltà, da qui la salita è consigliabile solo per i più esperti o se volete incoscienti. Le Rocche del Tuono (denominazione con il quale viene indicata la cresta del monte), infatti, precipitano con pareti a strapiombo sul pianoro sottostante che, viste dal basso, danno un'impressione di imponenza. Questa salita offre scorci panoramici molto belli sulla piana di Castelluzzo, il golfo di Cofano e Capo San Vito.
A sud l'altro itinerario di salita è più lungo e segue per un buon tratto una strada accidentata e, per il resto, un sentiero a piedi poco marcato fino ad arrivare in prossimità delle Rocche del Tuono (dalle quali è bene rimanere però distanti). Personalmente ho seguito quest'ultimo itinerario che mi sembrava meno difficile e alla portata delle mie capacità fisiche. Ho effettuato il cammino di ascesa sia su un pic-up (in due), sia a piedi partendo dall'abitato di Purgatorio.Vi do qualche indicazione.
golfo di Cofano, piana di Frassino e cresta monte Palatimone |
la vegetazione ad euforbia |
panorama a nord-ovest |
Cofano da monte Palatimone |
drimia maritima |
uno scorcio |
solanum sodomaeum |
esemplare di palma nana |
stalle e allevamenti bovini |
Seguire una strada sconnessa e tortuosa in mezzo a rocce emergenti e sterpai. Ad un certo punto scoprirete che la strada si interrompe ma potete proseguire lo stesso in mezzo alla folta vegetazione che certo non vi agevolerà. La vostra meta va in direzione nord verso la cresta alla quale vi consiglio di non avvicinarvi troppo. Noterete un paesaggio brullo dominato da un terreno pietroso dove crescono spontanee specie arboree mediterranee.
olivastro |
La protezione vegetale è formata essenzialmente da: euphorbia dendroides, drimia maritima o cipollaccio, olivastri (olea europea sylvestris), pomodoro selvatico (solanum sodomaeum), cardo (galactite tomentosa). Facilmente vi potete imbattere in mandrie di bovini lasciati liberi al pascolo e provenienti dagli allevamenti sottostanti.
Per caso hai incontrato cani randagi o a custodia delle mandrie?
RispondiEliminaNon ci sono cani randagi, solo mucche e qualche capra.
RispondiEliminaPerla