Il culto della Madonna di Custonaci

   1. La tradizione unanime sulla nascita di questo culto mariano è la seguente: si dice che i marinai di una nave (veneziana o francese) proveniente da Alessandria d’Egitto, investita da una tempesta, trovandosi in estremo pericolo di naufragio, si rivolsero al prezioso carico del quadro 2. della Vergine che trasportavano per aver salva la vita, promettendo per voto che, se li avesse condotti in salvo, l’avrebbero depositato sulla terraferma con l’obbligo di erigere una cappella a lei dedicata.
Cala Buguto: rievocazione storica dello sbarco (2017)


   Cessata la tempesta ed approdati presso una spiaggia sconosciuta, nominata Cala Buguto, sotto un monte chiamato Cofano, i marinai vollero subito eseguire il loro voto ma furono convinti dagli abitanti del posto che sarebbe stato meglio trasportare la sacra immagine nell’abitato più interno, essendo soggetta la spiaggia alle incursioni barbaresche. Ripartendo lasciarono alla loro cura la custodia e il culto della medesima.
Cala Buguto: attesa per la rievocazione storica dello
 sbarco del Sacro Quadro 

   
   Il Sacro quadro, trasportato su una collinetta poco distante dal mare, fu collocato dove c’era una cappella con l’immagine dell’Immacolata Concezione. I ruderi della “cappelluccia rupestre” si trovano ancora nella località Linciasella. La cappella risultò però angusta per i pellegrini che accorrevano e priva di una adeguata difesa essendo il litorale soggetto alle incursioni dei turchi. Col tempo, aumentata sempre più la sua fama e crescendo la sua venerazione presso il popolo ericino, le vennero attribuiti onori e le fu edificato un santuario a lei dedicato. Il progetto fu quello di una fortezza-chiesa a somiglianza di quella di San Vito Lo Capo 3. Essa ha subito nel tempo diverse trasformazioni, ampliamenti, abbellimenti e restauri.
  Si apriva al culto nel 1577 con una nuova Immagine Sacra sovrapposta dipinta che non si distaccava molto da quella del 1541, simile nell’impostazione ma diversa nel paesaggio, opera di ignoto, e giunta fino a noi. 
Cappella del Cavaliere
luogo di sosta del quadro
   I festeggiamenti in onore della Madonna si concretizzavano nei trasporti. Nel corso degli anni frequenti sono stati i trasporti della Sacra Immagine da Custonaci a Monte San Giuliano e molti studiosi ne hanno lasciato traccia nei loro scritti, il più antico certamente è Vincenzo Vultaggio, prete ericino, il quale fa risalire il primo trasporto al 1568 per bisogno di pioggia, ma ne seguirono altri: secondo l’elenco del marchese Pilati, cronologicamente fino al 1858 se ne annoverano 60 per lo più per bisogno di pioggia, ma anche per peste, per guerra, per terremoto, per l’invasione di cavallette, per colera, almeno per le calamità più disastrose. Una lapide marmorea sulla parete sinistra del Duomo di Erice ne testimonia le date e per quali occasioni avvenivano. 
Erice, Campanile e Madrice
   Per i trasporti l’Immagine veniva riposta in una cassa e, dopo la sosta alla fonte del Cavaliere, proseguiva fino a Monte San Giuliano dove prima veniva esposta per essere venerata nella chiesa della Madonna della Grazia e poi portata in processione fino alla chiesa Matrice.
   Da tempo la consuetudine degli spostamenti in processione è caduta in disuso, l’ultimo trasporto risale al 1936.
  Tra le date più significative da ricordare, oltre a quelle già menzionate,  ci sembrano il 1630 in cui avvenne l’elezione di Maria SS. Immacolata sotto il titolo di Custonaci a patrona di Monte San Giuliano, e il 1785 anno in cui avvenne nella città di Erice la prima festa, nell’ultimo mercoledì di agosto.
Cala Buguto, il Sacro Quadro
processione anno 2017
   I festeggiamenti si ripeterono anche negli anni successivi e neanche gli sconvolgimenti politici del 1860 riuscirono a  sospendere le celebrazioni della festa dedicata a Maria SS. la cui immagine taumaturgica continuò ad essere portata in processione, anzi, fu questa una delle feste più singolari da ricordare per partecipazione di popolo e per raccolta di denaro con le elemosine.
   Quanto alle concessioni di grazia a privati devoti ne furono segnalate parecchie, da Monte San Giuliano al più esteso agro ericino, e oltre 4.: la Vergine accoglieva sempre le preghiere e i voti di chi si rivolgeva a lei per aiuto nell’estremo bisogno.
   La Madonna di Custonaci ha mantenuto fino ad oggi una popolarità mai scalfita da mancanza di devozione, sempre benevola verso il suo diletto popolo, arbitro delle sostanze raccolte che hanno reso possibili i sontuosi trasporti e le feste celebrative, tramandandone nei secoli lo splendido culto. Notevole è stato il suo contributo al superamento del paganesimo per lungo tempo radicato nel territorio e legato, come è noto, alla presenza del tempio in onore di Venere Ericina.  
   Nelle sue solenni feste sono stati raccolti ricchi doni e mai è venuto meno la fede nell’amatissima patrona. Inoltre il sacro quadro si è conservato prodigiosamente fino a noi, né scolorito né tarlato, quasi per un concorso soprannaturale.
altare con il Sacro Quadro 

   Relativamente al dipinto, il sacro quadro rappresenta la SS. Vergine che allatta, seduta su un maestoso trono: il Bambino Gesù, nudo, tiene nella sua manina tre spighe di frumento, simbolo della fecondità dei campi. L’immagine di Maria e quella del Bambino sono incoronate d’oro. Il viso della Madonna è molto delicato e sereno ed esprime l’affettuoso sentimento materno verso il figlioletto. In alto sopra il trono si inseriscono due angeli che sostengono una corona. La sua veste è rossa ed il manto è azzurro, trapunto a fiorami d’oro. Sullo sfondo un telo damascato si sovrappone al paesaggio.  La cornice in legno è rivestita da una pesante “macchinetta” d’argento massiccio. Il quadro è posto sull’altare maggiore.

Custonaci, il Santuario
   La chiesa, incorporata nel complesso architettonico del Santuario, al suo interno è composta da tre navate con volte a crociera. Il portale principale imita lo stile romanico ed è sormontato da un rosone in tufo locale. Si accede per mezzo di un’ampia scalinata e davanti l’ingresso è posto un ciottolato a disegni geometrici di grande fattura artistica. L’intera struttura dà un’immagine di imponenza e di maestosità che sovrasta l’abitato custonacese.
seduta davanti l'ingresso
Note bibliografiche
1.  Per le notizie riportate ho fatto uso del volume “Le glorie di Maria Santissima Immacolata sotto il titolo di Custonaci” scritta da Giuseppe Castronovo (1814-1893) e ripubblicato nel 2010 in occasione dei festeggiamenti della Madonna.
2.  Si tratta di una tavola dipinta nel 1541 e proveniente dalla bottega di Antonello Crescenzio Panormita.
3. da: Relazione Cronistorica della venuta dell’Immagine nel contado ericino e del suo Sacro Culto scritta nel 1795 da Tommaso Maria Guarrasi, patrizio ericino, compresa nell’opera del Castronovo.
4.  Molti sono i casi  di grazia ricevuta riportati in : Memoria inedita delle grazie concesse da Maria SS. Di Custonaci in Castelvetrano scritta da don Carlo Mazzara,  e compresa anch’essa nell’opera del Castronovo


ciottolato davanti l'ingresso del Santuario

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