giovedì 23 giugno 2022

La montagna di Erice

   La montagna sulla cui vetta sorge la cittadina medievale di Erice è di grande interesse naturalistico: la sua copertura vegetale varia dalla macchia mediterranea ai boschi e alle pinete fino al giardino del Balio (da pochi anni risistemato).

   Percorrendo in auto i tornanti di Erice, oltre la strada asfaltata si possono incontrare diversi sentieri percorribili a piedi ma anche stradine sterrate praticabili in moto e in mountain bike (si vedono anche dall’ovovia), la montagna, infatti, è meta di escursioni che la rendono fruibile anche dal punto di vista sportivo oltre che naturalistico. I sentieri più noti sono quelli di Sant’Anna che sale lungo il versante occidentale e che raggiunge Erice Vetta e il sentiero di San Matteo, sul versante nord, che raggiunge il Museo agroforestale.
La protezione della montagna è affidata all’Azienda Forestale che è l’Ente che si interessa di ripulire i sentieri esistenti o di creare nuovi percorsi frequentabili e anche di togliere sterpaglie e di sistemare i parafuoco. Purtroppo frequenti incendi, spesso causati dal forte Scirocco, sempre estivi e ormai annuali, hanno distrutto ettari di macchia mediterranea fino a lambire i boschi e le pinete di cui Erice va famosa. Gli incendi sembra vengano causati dalla mano dei piromani che restringono sempre più la sua vegetazione, per non parlare dei disagi causati dalle fiamme ai numerosi villini sorti sui fianchi del monte. Da qualche tempo, tuttavia, viene data maggiore attenzione al fenomeno degli incendi facendo un’adeguata prevenzione e una più attenta sorveglianza.
  Dal punto di vista naturalistico tutto il territorio ericino offre una vegetazione di tipo mediterraneo con piante spontanee, le stesse che si incontrano nel bacino occidentale siciliano per cui il paesaggio naturale si somiglia in diverse zone soprattutto nelle basse quote, tranne dove affiorano le rocce o lungo i litorali. Le peculiarità, quindi, tra monte Erice, monte Cofano e le altre montagne geograficamente vicine come monte Sparagio, monte Inici e monte Monaco,  sono in parte comuni. Ad Erice tra le piante d’alto fusto i più diffusi sono i pini, i cipressi e, nella parte più elevata, le querce (Pinus pinea, Pinus halepensis, Pinus pinaster; Cupressus sempervirens e Cupressus macrocarpa; Quercus ilex. Nel sottobosco, in alto, abbonda l’Hedera helix. Tra le piante arbustive a quota più bassa ci sono le ginestre e l’ampelodesma (Ampelodesmos mauritanicus), da mensionare anche il timo (Thimus vulgaris) quasi tutto distrutto dagli incendi e la famosissima palma Chamaerops humilis che tante volte è stata citata come presenza fondamentale nel bacino ericino.
Accanto ai vecchi bagli, ormai abbandonati, crescono fichidindia e fichi, c’è qualche carrubo residuo mentre ancora attivo è qualche piccolo uliveto (dietro Castellaccio di Martogna); susini, peri, pomi (e anche qualche gelso) dove rimangono si sono inselvatichiti. Del tutto abbandonata la montagna, che una volta dava da vivere a intere famiglie, non è più utile a soddisfare le esigenze alimentari moderne.

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