Nella notte tra il 25 e il 26 luglio anche Monte Cofano, sede di una riserva naturale orientata, come si è verificato ultimamente in altre aree della Sicilia, è stato devastato dalle fiamme a causa del forte vento e dell’altissima temperatura.
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Per cercare di salvare la riserva e il suo patrimonio naturale è stato necessario un massiccio intervento dei vigili del fuoco, della forestale, della protezione civile e dei numerosi volontari che sono accorsi in aiuto. Le fiamme si sono alimentate estendendosi fra il comune di Custonaci e quello di San Vito Lo Capo investendo anche la Riserva del Cofano e quella dello Zingaro, entrambi gioielli naturalistici della Sicilia occidentale. Grande è stata la paura degli abitanti molti dei quali sono stati costretti ad abbandonare le loro abitazioni o villette di villeggiatura, almeno quelle più esposte alle fiamme. Sono state ore drammatiche ma, per fortuna, non ci sono state vittime, il bilancio però in termini di disastro ambientale è enorme e ci vorranno diversi anni prima che rispunti la copertura vegetale del suolo che è stato bruciato, se mai avverrà. Ogni incendio causa danni irreversibili alla flora e anche alla fauna perché distrugge l’habitat naturale delle piante e degli animali. Nella Riserva Orientata di Monte Cofano vivevano specie rare ed endemiche che non ricresceranno, nidificavano volatili particolari che non troveranno più i loro rifugi naturali per costruire nidi, inoltre il calore intenso ha ucciso tutti quegli organismi essenziali per la fertilità del suolo causando perdite enormi della biodiversità per la quale ci vorranno decenni per un recupero almeno parziale.
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