martedì 12 luglio 2016

Lo stato di salute della vegetazione siciliana

   Attualmente lo stato di salute della vegetazione di alcuni ambienti naturali in Sicilia non è decisamente buono, e sono pochi i casi in cui  si possono individuare aree ben conservate o perché sono state protette in tempo o perché sono scampate agli incendi quasi sempre di tipo doloso (più difficilmente dovuti all’autocombustione).  
parco delle Madonie, Isnello 
  In genere il manto vegetazionale originario di cui la Sicilia in passato era ricca, non esiste più in forma compatta ed estesa e la sola constatazione di questo fenomeno negativo è sufficiente per accorgersi di quanto siano vere, seppur drammatiche, le parole di Chateaubriand: “La foresta precede l’uomo, il deserto lo segue”, che mai per nessun’altra regione sono state più appropriate.
   Il depauperamento delle risorse vegetazionali è stato per secoli un evento lungo e inarrestabile che è continuato fino ai giorni attuali.
  Quanto alle cause che hanno determinato o accelerato il degrado, sono stati soprattutto gli interventi deleteri dell’uomo come l’introduzione delle colture, il pascolo e l’urbanizzazione a provocare la distruzione di vaste aree di vegetazione di cui la Sicilia era coperta.
Madonie, quercus suber
  Ma negli ultimi decenni è a causa, soprattutto, di fenomeni di distruzione come gli incendi che i climax principali della vegetazione mediterranea sono ormai raramente riscontrabili in forma integra.
   Nel trapanese, nella stagione estiva e in presenza di forte vento di scirocco, gli incendi sono diventati sempre più frequenti dentro la Riserva dello Zingaro e su monte Erice con la distruzione di ettari di vegetazione mediterranea (gariga e pineta). Il ripetersi del fenomeno annualmente allerta gli enti preposti alla sicurezza e costringe all'evacuazione gli abitanti delle zone investite dal fuoco.
monte Erice, vegetazione su roccia
   Il fenomeno, affinché possa decrescere, ha certamente bisogno di controlli più accorti e mirati all’individuazione degli attentatori il cui reato contro l’ambiente è giusto venga perseguito. Non mi pare che le norme vigenti siano al momento severe. 
   Il 16 giugno 2016 abbiamo assistito al clamoroso incendio che è arrivato fino a Cefalù. Gravi ferite sono state inferte all’ambiente e al patrimonio boschivo e sono state danneggiate anche strutture produttive e molte abitazioni; il fuoco è arrivato anche sul lungomare.
Cefalù sul mar Tirreno
Cefalù, il Duomo
  Nell’arco di decine di anni gli incendi hanno mutato anche l’aspetto originario del Cofano facendogli assumere una fisionomia più aspra e selvaggia a causa della riduzione progressiva della vegetazione, un tempo più numerosa e variegata.

   Solo in qualche zona marginale e accidentata si trovano residui di querceti, di lecci, di olivastro, di pistacchio o di frassino che un tempo facevano parte di fasce più estese andate bruciate.     
   Il paesaggio vegetale del monte ha subito delle trasformazioni riducendo anche la presenza degli esemplari della flora, che un tempo connotavano le sue pendici e della gariga nel lato Sud-Ovest del monte.
 villette ai margini della riserva
   Inoltre è stato a causa di un’azione umana sconsiderata e di una politica miope verso l’ambiente che, a Cornino, la costruzione di villette si è spinta fin sotto la base del monte distruggendo parecchie formazioni di gariga a palma nana e ad ampelodesma.