Attualmente lo stato di salute della
vegetazione di alcuni ambienti naturali in Sicilia non è decisamente buono, e
sono pochi i casi in cui si possono
individuare aree ben conservate o perché sono state protette in tempo o perché
sono scampate agli incendi quasi sempre di tipo doloso (più difficilmente
dovuti all’autocombustione).
parco delle Madonie, Isnello |
In genere il
manto vegetazionale originario di cui la Sicilia in passato era ricca, non esiste più in
forma compatta ed estesa e la sola constatazione di questo fenomeno negativo è
sufficiente per accorgersi di quanto siano vere, seppur drammatiche, le parole
di Chateaubriand: “La foresta precede l’uomo, il deserto lo segue”, che mai per
nessun’altra regione sono state più appropriate.
Il
depauperamento delle risorse vegetazionali è stato per secoli un evento lungo e
inarrestabile che è continuato fino ai giorni attuali.
Quanto alle
cause che hanno determinato o accelerato il degrado, sono stati soprattutto gli
interventi deleteri dell’uomo come l’introduzione delle colture, il pascolo e
l’urbanizzazione a provocare la distruzione di vaste aree di vegetazione di cui
la Sicilia
era coperta.
Madonie, quercus suber |
Ma negli
ultimi decenni è a causa, soprattutto, di fenomeni di distruzione come gli incendi
che i climax principali della vegetazione mediterranea sono
ormai raramente riscontrabili in forma integra.
Nel trapanese, nella stagione estiva e in
presenza di forte vento di scirocco, gli incendi sono diventati sempre più
frequenti dentro la Riserva
dello Zingaro e su monte Erice con la distruzione di ettari di vegetazione
mediterranea (gariga e pineta). Il ripetersi del fenomeno annualmente allerta gli enti preposti alla sicurezza e costringe all'evacuazione gli abitanti delle zone investite dal fuoco.
monte Erice, vegetazione su roccia |
Il fenomeno,
affinché possa decrescere, ha certamente bisogno di controlli più accorti e
mirati all’individuazione degli attentatori il cui reato contro l’ambiente è
giusto venga perseguito. Non mi pare che le norme vigenti siano al momento severe.
Il 16 giugno 2016 abbiamo assistito al clamoroso incendio che è arrivato fino a Cefalù. Gravi ferite sono state inferte all’ambiente e al patrimonio boschivo e sono state danneggiate anche strutture produttive e molte abitazioni; il fuoco è arrivato anche sul lungomare.
Il 16 giugno 2016 abbiamo assistito al clamoroso incendio che è arrivato fino a Cefalù. Gravi ferite sono state inferte all’ambiente e al patrimonio boschivo e sono state danneggiate anche strutture produttive e molte abitazioni; il fuoco è arrivato anche sul lungomare.
Cefalù sul mar Tirreno |
Cefalù, il Duomo |
Solo in
qualche zona marginale e accidentata si trovano residui di querceti, di lecci,
di olivastro, di pistacchio o di frassino che un tempo facevano parte di fasce
più estese andate bruciate.
Il paesaggio
vegetale del monte ha subito delle trasformazioni riducendo anche la presenza
degli esemplari della flora, che un tempo connotavano le sue pendici e della
gariga nel lato Sud-Ovest del monte.
villette ai margini della riserva |
Inoltre è
stato a causa di un’azione umana sconsiderata e di una politica miope verso l’ambiente
che, a Cornino, la costruzione di villette si è spinta fin sotto la base del
monte distruggendo parecchie formazioni di gariga a palma nana e ad
ampelodesma.